Oggi, scrollando le notizie, ho letto un titolo: “stare da soli fa male alla salute”. E chi sono io per contraddire medici e scienziati, lungi da me farlo.
Il problema di questi articoli, però, sta nei numeri.
Il problema dei grandi numeri
Le scienze e, in particolare la psicologia, lavorano sui grandi numeri, vi spiego: se tot elementi reagiscono in egual misura a un dato stimolo, allora l’ipotesi teorica alla base di quell’esperimento sarà stata confermata e validata.
Nel nostro caso, ad esempio, se 8 persone su 10 rispondono in egual modo a un determinato stimolo/evento/fenomeno, allora quella risposta sarà considerata come “comportamento comune“.
Facciamo un esempio stupido e volutamente esagerato, ma quanto mai esemplificativo: se 8 persone su 10 si commuovono davanti all’immagine di un gattino con la zampetta rotta, allora provare questa emozione davanti a un evento del genere verrà considerata come reazione comune, o come si direbbe volgarmente “normale”.
Ma gli altri 2 che restano? Quelle due persone che non condividono quella stessa reazione emotiva dove li mettiamo?
Beh, ecco, diciamo che non li mettiamo.
Certo, nella relazione sull’esperimento vengono riportati tutti i dati, sia di conferma che di confutazione dell’ipotesi iniziale, ma nel pratico poi? Nel quotidiano cosa succede a quei due tizi divergenti dal comune sentire?
L’esclusione del diverso
La tendenza umana, così come quella sistemica, è di escludere tutto ciò che non è conforme. Non ti commuovi guardando il gattino? Sei strano, non sei normale, “tutti si commuovono coi gattini”. Non vuoi fare quella cosa x che tutti gli altri vogliono fare? Non sei normale! Non ti piace la cioccolata? Non sei normale!
Sono esempi superficiali e banali, chiaramente, ma questa tendenza all’esclusione della non conformità è pervasiva di tutti gli aspetti dell’esistenza umana, così come quelli della società.
Pensate ai fenomeni come xenofobia, razzismo, omofobia, tutte problematiche legate all’esclusione della diversità. Pensate banalmente alle questioni riguardanti il semplice gusto in fatto di cibi, musica o film, coloro che hanno gusti particolari, ritenuti “diversi” dalla massa, vengono sempre guardati in modo strano, presi in giro con la scusa dello scherzo goliardico o, addirittura, emarginati.
E allora penso:
Fa davvero male alla salute stare soli?
Sicuramente per le persone che amano la socialità e la condivisione, vivere un prolungato periodo di solitudine può avere ripercussioni psicosomatiche, ma per coloro che adorano stare da soli o, semplicemente, provano totale disinteresse nel socializzare con altre persone, il silenzio della solitudine può essere un toccasana, una medicina che rilassa i nervi e riporta equilibrio psicofisico.
Per alcune persone ricercare la solitudine fa parte della propria natura, per loro costringersi alla socialità sarebbe una costrizione dolorosa, quasi una violenza verso se stessi. D’altronde il primo eremita documentato dalla storia risale al III secolo… a buon intenditor poche parole.