Il social counselor, in italiano “consulente sociale”, è il professionista del counseling sociale, una disciplina moderna che si differenzia dal counseling psicologico e dalla psicoterapia per l’utilizzo di un approccio sociologico.
L’approccio sociologico
Laddove la psicologia vede la problematica all’interno dell’individuo, la sociologia ne ribalta il punto di vista, rilevando la problematica nella società o, nel nostro caso, nell’ambiente dell’individuo.
La società, la cultura, la famiglia, l’ambiente scolastico e lavorativo condizionano l’individuo sin dai primi anni di vita, modellandone i percorsi di vita sulle istanze delle suddette forze sociali.
Per fare un esempio banale, pensate a tutti quei neodiplomati che non sapendo ancora cosa fare nel futuro, si buttano su un percorso di studi economico o ingegneristico perché “così almeno trovo lavoro”. È vero, l’attuale società turbocapitalista necessita, apparentemente, di ingegneri, informatici ed esperti di marketing quindi questo sicuramente potrà aiutare lo studente a trovare facilmente un lavoro in futuro, ma che ne sarà di lui quando si ritroverà incastrato in un lavoro e in una vita non adatti alla sua personalità e alla sua autentica essenza?
È giusto barattare la stabilità economica per l’autorealizzazione personale? Questa è una risposta che solo lo studente sopracitato sarebbe in grado di dare, perché ognuno è padrone delle proprie scelte e della propria vita, eppure questa è una di quelle domande, quasi esistenziale, a cui è abbastanza difficile rispondere, soprattutto per un giovane, nevvero?
Il social Counselor può fare la differenza
È qui che il social counselor può fare la differenza. Può aiutare il ragazzo a prendere consapevolezza di sé, delle sue qualità, dei suoi bisogni e quindi accompagnarlo nella scelta di decisioni saggiamente ponderate; potrebbe scegliere di cambiare posto di lavoro, oppure tornare a studiare, o magari, semplicemente, continuare nel percorso già tracciato se durante gli incontri con il counselor è riuscito a capire come bilanciare la vita lavorativa con i bisogni personali. Come detto, la scelta è solo sua, il lavoro del counselor è esclusivamente quello di dare strumenti adeguati per conoscere e comprendere se stessi.
Dunque, lo scopo primario del counseling sociale è sostenere e accompagnare la persona verso il superamento di problematiche individuali e/o relazionali mediante la crescita personale e l’autoconsapevolezza.
Bada bene, il counselor non è colui che dà consigli espliciti su come risolvere un problema, bensì aiuta l’individuo a trovare i propri personali strumenti per far fronte alla problematica presente e a quelle future.
Il counseling sociale si occupa di problematiche quali:
difficoltà a socializzare, solitudine, infelicità, scelte di vita, problemi relazionali, alienazione (senso di estraneità rispetto agli altri), apatia, esaurimento emotivo (condizione psicofisica di chi si sente sopraffatto e/o in trappola), burnout e tutte quelle problematiche legate all’accettazione di sé e all’abbandono delle convinzioni e costrizioni a cui la società, la cultura, la famiglia e i contesti scolastici/lavorativi ci obbligano.
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Gli strumenti del counseling sociale
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